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Pubblicato da Staff N&S

Il test di Conconi prende il nome dal Prof. Conconi dell’Università di Ferrara, che a partire dal 1982 utilizzò la frequenza cardiaca per calcolare in modo semplice, rapido e non invasivo (nessuna analisi del sangue), la soglia anaerobica. Per soglia anaerobica si intende il momento in cui il metabolismo di un soggetto, che sta compiendo uno sforzo muscolare intenso e di lunga durata, passa dalla fase aerobica a quella anaerobica. Questo passaggio è evidenziabile dall’accumulo di acido lattico sia nel sangue che nei muscoli. Per tale motivo la soglia anaerobica è detta anche soglia dell’acido lattico. Quando l’acido lattico sale da una concentrazione di circa 1 millimole/Litro a riposo ad una concentrazione di 4 millomoli/Litro durante uno sforzo massimale, l’organismo non è più in gradi di smaltirlo ed esso inizia ad accumularsi nel sangue e nei muscoli. A questo punto compaiono sia i crampi che la stanchezza (fisica e mentale), che impediscono al soggetto di proseguire la prestazione: è stata raggiunta la soglia anaerobica! L’atleta è quindi obbligato a ridurre l’intensità dell’esercizio. Se si tratta di un corridore, dovrà ridurre la sua velocità di marcia, se si tratta di un ciclista dovrà ridurre la frequenza delle pedalate o dovrà usare rapporti di cambio meno “duri”. Uno dei metodi più precisi per misurare la soglia anaerobica è quindi dosare l’acido lattico nel sangue mano a mano che l’atleta aumenta l’intensità dell’esercizio, fino a trovare il punto in cui le concentrazioni di acido lattico superano 4 millimoli/litro. Per quanto il test sia oggi eseguibile utilizzando una sola goccia di sangue prelevata con puntura del lobo dell’orecchio o dal polpastrello, sono necessari 8-12 campioni di sangue prelevati in serie mano a mano che aumenta l’intensità dell’esercizio. Si tratta quindi di un test di una certa complessità, che non può essere ripetuto ogni settimana e neppure ogni mese, a meno che non si tratti di un atleta professionista.

Cosa è il test

Perché è importante individuare la soglia anaerobica di ciascun atleta? Perché è oggi acquisito il concetto che per migliorare sensibilmente la prestazione un atleta debba allenarsi ad intensità prossime alla soglia dell’acido lattico. Questo principio vale in particolar modo per gli sport  di resistenza (ciclismo, maratona etc). Conconi propose quindi un test per individuare la soglia anaerobica che non prevedeva alcun prelievo di sangue, ma utilizzava la frequenza cardiaca come parametro base. Il principio del test di Conconi si basa sull’osservazione che la frequenza cardiaca aumenta in modo lineare mano a mano che aumenta l’intensità dell’esercizio, ma solo fino ad un certo punto. Arrivati infatti ad una certa intensità, la frequenza cardiaca non cresce più in modo lineare e la curva tende a flettere. Il punto in cui la curva inizia a flettere identifica la soglia anaerobica (figura 1).


Figura 1. Individuazione della soglia anaerobica con il metodo della frequenza cardiaca con atleta posto su tappeto rotante: mano a mano che la velocità di corsa aumenta, la frequenza cardiaca aumenta con regolarità. Raggiunta una data velocità, in questo caso 13 km/h, la frequenza cardiaca non sale più in modo lineare ma piega a destra: è stata raggiunta la soglia anaerobica.soglia-anaerobica-frequenza-cardiaca

 

L’atleta che voglia allenarsi con profitto, deve eseguire le sue sedute di allenamento mantenendo una frequenza cardiaca prossima o di poco superiore al punto in cui la curva inizia a piegare: nel caso della figura 1, l’atleta deve allenarsi ad un frequenza cardiaca non inferiore a 160 bpm per almeno il 75% del tempo di ciascuna seduta.


Come si esegue

Il test va eseguito in ambulatorio su tappeto rotante (preferibile nei corridori) o su cicloergometro (preferibile nei ciclisti). L’atleta indossa un cardiofrequenzimetro di buona qualità ed esegue 5 minuti di riscaldamento. A questo punto sale sul tappeto, che viene impostato ad una velocità di corsa iniziale scelta sulla base del grado di allenamento dell’atleta. In un soggetto di medio livello si parte da una velocità di 8,5 km/h ed ogni 200 metri si aumenta la velocità di 0,5 km/h. Il secondo tratto di 200 metri sarà quindi a 9 km/h, il terzo a 9,5 km/h e così via, fino a quando l’atleta è in grado di tenere la nuova velocità per i successivi 200 metri. Per ottenere un buon tracciato è necessario misurare almeno 12 tratti di 200 metri. Il test va quindi protratto per almeno 2,4 km, con incremento complessivo della velocità di 6 km rispetto a quella di partenza (12 tratti x 0,5 km/h). E’ chiaro che per un atleta di livello superiore si deve scegliere una velocità di partenza più elevata per evitare che il test duri troppo tempo.

Esecuzione nei ciclisti

Il test può essere eseguito in una variante più appropriata per i ciclisti. In questo caso il ciclista indossa sempre il cardiofrequenzimetro ma pedala su un cicloergometro che misura la potenza erogata sui pedali. Anche in questo caso, la frequenza cardiaca rimane lineare fino ad un certo punto di potenza, poi la curva comincia a flettere: è stata raggiunta la soglia anaerobica! In soggetti poco allenati si parte con una potenza iniziale di 90 watt e si incrementa di 20 watt ogni minuto. Il test continua fino a quando il soggetto è in grado di mantenere la nuova potenza imposta per 1 minuto. E’ opportuno raccogliere almeno 12 misurazioni consecutive, meglio ancora 16 misurazioni, se si vuole ottenere un grafico chiaro (figura 2).

Figura 2. Individuazione della soglia anaerobica al cicloergometro. La frequenza cardiaca aumenta progressivamente con la potenza erogata sui pedali: in questo test la soglia è stata raggiunta ad una potenza di 320 watt e ad una frequenza di 175 bpm. test-conconi-cicloergometro

Negli atleti agonisti di grande livello si deve ovviamente partire da una potenza maggiore (es. 180 watt), ed ogni minuto si incrementa la potenza di 20 watt. I campioni di fama mondiale erogano una potenza di circa 400-480 watt alla soglia anaerobica, quindi partendo da 180 watt sono necessari 11-15 incrementi da 20 watt ognuno per portarli alla rispettiva soglia.

E’ preciso il test di Conconi?

Il test di Conconi è certamente comodo e semplice da utilizzare. Benché molti allenatori eseguano il test all’aperto (su pista), esso andrebbe eseguito solo in un ambulatorio di fisiologia dello sport, su tappeto rotante o su cicloergometro e sotto la supervisione di uno specialista. Solo con questa modalità e con buone apparecchiature esso diventa relativamente preciso. Tuttavia, anche quando eseguito da personale altamente qualificato ed in condizioni di studio ottimali, esso non è sempre in grado di individuare con precisione la soglia anaerobica (Jones AM 1995; Jones AM 1997). Sarebbe quindi opportuno eseguire all’inizio della stagione il dosaggio dell’acido lattico (valore assoluto della soglia anaerobica) e in contemporanea (stessa seduta) il test di Conconi, quest’ultimo da ripetere ogni 45 giorni per monitorare i progressi.

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