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Pubblicato da Staff N&S
Il vaginismo è un disturbo psicosomatico nel quale la paura (vera o presunta) di avvertire dolore durante la penetrazione induce lo spasmo della muscolatura vaginale. Lo spasmo può essere di varia entità, da lieve fino alla chiusura completa dell’ostio (apertura) vaginale. Anche in presenza di spasmo lieve, il tentativo di penetrazione risulta comunque difficoltoso ed effettivamente doloroso, anche per l’assenza totale di lubrificazione. Lo stimolo negativo alla base del disturbo può essere un reale dolore fisico provato alla prima penetrazione ma, in molti casi, questa condizione non è oggettivamente riscontrabile.

 

In alcuni casi lo spasmo può essere provocato dal solo ricordo di un coito doloroso. La componente psicologica di fondo è comprovata dal fatto che anche quando vi sia stata in passato una reale causa di dolore durante la penetrazione (es. malattia pelvica infiammatoria, endometriosi etc), ed essa sia stata curata e rimossa senza possibilità per la paziente  di provare più alcun dolore reale, lo spasmo vaginale non solo permane ma si manifesta con la stessa intensità. La componente psicologica può essere così forte che alcune pazienti riferiscono come la sola paura di una gravidanza o di perdere il controllo durante il coito sono sufficienti a scatenare lo spasmo muscolare.

Diagnosi

La diagnosi è banale ed il ginecologo si limita a comprovarne l’esistenza e la gravità. E’ di frequente osservazione la comparsa di uno spasmo vaginale involontario già durante l'esame dei genitali esterni, prima ancora del tentativo di esplorazione vaginale. La paziente presenta spesso notevole disagio quando deve porsi in posizione ginecologica ed il disagio aumenta all’avvicinarsi dell’esaminatore. Se la paziente è collaborativa e desidera portare a termine la visita ginecologica, può essere necessaria un'anestesia locale per vincere lo spasmo muscolare. In alcuni casi può essere necessaria una sedazione profonda, analoga a quella che si usa per gli interventi di chirurgia ambulatoriale: solo quando la paziente si addormenta è possibile eseguire l'esplorazione vaginale!

Vaginismo primario (o idiopatico)

E’ definito primario il vaginismo che si genera senza che la paziente abbia mai realmente sofferto dolore in seguito ad una penetrazione. In questi casi è il pensiero della penetrazione in se che genera lo spasmo. Il soggetto può presumere di provare dolore, ma nella realtà ciò non è mai avvenuto. Lo spasmo può essere provocato anche da paure diverse dal dolore, come la paura di rimanere gravida, di essere in qualche modo non rispettata dal partner o di essere trattata brutalmente durante il rapporto. Si tratta di soggetti che spesso hanno ricevuto un’educazione severa o che hanno “appreso” il sesso come atto in qualche modo violento e comunque riprovevole. In alcuni casi il vaginismo primario può essere la spia di una omosessualità latente: la donna scopre successivamente di non provare alcuna disagio vaginale quando è in compagnia di una donna.

Vaginismo secondario (o acquisito)

Si definisce secondario il vaginismo che si presenta dopo un evento scatenante. Questo può essere rappresentato da un abuso sessuale patito in giovane età o da rapporti mal tollerati con uno specifico partner. In questi casi il vaginismo può essere presente solo con quel partner e non con altri. Nel vaginismo secondario è buona norma ricercare ed escludere tutte quelle patologie che causano dolore fisico reale durante il rapporto sessuale, come endometriosi, fibromi, infezioni vaginali, malattia pelvica infiammatoria, vulvodinia, etc.

Trattamento

Il trattamento è sia di tipo psicologico sia di tipo medico. L’obiettivo immediato è rimuovere il riflesso condizionato che induce lo spasmo involontario dei muscoli dell’apertura vaginale. Ove presente riluttanza fobica alla penetrazione vaginale, questa va indagata e trattata con procedure psicoterapiche appropriate. Nelle forme secondarie il ginecologo si accerterà che tutte le cause di dispareunia (dolore coitale) siano state rimosse.

 

Ciò premesso, il trattamento classico prevede la progressiva riduzione dello spasmo vaginale con procedure di dilatazione graduale. Con la paziente in posizione ginecologica, vengono introdotti in vagina e lasciati in sede per tempi progressivamente più lunghi, dilatatori di gomma lubrificati e di dimensioni appropriate, cominciando da quelli più piccoli a quelli più grandi. E' la paziente che introduce da sola i dilatatori. Per aumentare la consapevolezza della propria capacità contrattile, la paziente contrae i muscoli vaginali il più a lungo possibile e poi li rilascia mentre i dilatatori sono in sede, prestando attenzione alla sensazione provata durante il rilassamento. Questi esercizi devono essere eseguiti a casa, da soli o in compagnia del partner (preferibile), 3-4 volte a settimana. Il coito non deve essere tentato fino a quando non sia la paziente a deciderlo, e comunque solo dopo aver trattenuto in vagina il dilatatore di dimensioni maggiori per un periodo di almeno 10 minuti senza provare alcun dolore.

 

Figura 1. Set di quattro dilatatori vaginali in plastica. Gli stessi dispositivi possono essere utilizzati dopo gli interventi di vaginoplastica.
 
vaginismo-dilatatori-vaginali-plastica
Il vaginismo primario è quello che risponde peggio al trattamento appena descritto. In queste forme possono essere necessari lunghi cicli di psicoterapia prima di iniziare le procedure di dilatazione progressiva.

 

A chi rivolgersi?

Ginecologo (per diagnosi clinica)

Sessuologo/Psicoterapeuta (per diagnosi psicologica e psicoterapia)

La lettura dell'articolo non sostituisce il parere del medico

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