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Pubblicato da Staff N&S
Il PSA (Prostate Specific Antigen), in italiano Antigene Prostatico Specifico, è una glicoproteina (una proteina parzialmente legata ad uno zucchero) prodotta dalle cellule della prostata e rilasciata nello sperma. Nello sperma, dove è presente in elevate quantità, il PSA impedisce che si formi subito il coagulo, impedisce cioè che lo sperma si rapprenda. Ciò per consentire agli spermatozoi di rimanere in un fluido nel quale muoversi senza resistenza, per risalire le vie genitali femminili ed incontrare l'ovulo. Ciò non accadrebbe se lo sperma coagulasse rapidamente in vagina. Questa proteina fu scoperta dal dr. Wang nel 1979, il quale osservò anche che una piccola quota era presente oltre che nel liquido seminale anche nel sangue.

PSA e cancro della prostata

Negli anni successivi si comprese che i valori di PSA nel sangue aumentavano quando la prostata era infiammata (prostatite), oppure quando la prostata era ingrossata (ipertrofia prostatica benigna -IPB-). I valori possono diventare molto alti soprattutto in presenza di cancro della prostata.

Sulla base di queste conoscenze, dalla metà degli anni '80 il dosaggio del PSA è sempre più spesso utilizzato per individuare precocemente il cancro della prostata. Negli anni successivi si scoprì anche che il PSA presente nel sangue è costituito da due componenti: una componente maggioritaria (oltre il 90%) legata ad altre proteine e perciò detta PSA legato, ed una quota minoritaria (meno del 10%) circolante liberamente nel sangue e definito PSA libero (o free).

Il dosaggio del PSA si esegue con un prelievo di sangue venoso. Il soggetto deve astenersi nelle 48 ore precedenti sia dall'attività sessuale sia da attività fisica intensa perchè entrambe tendono a farne aumentare i valori.

PSA totale: valori normali

Come già accennato, il problema che si pone quando si esegue il dosaggio del PSA è che i suoi valori possono risultare elevati non solo quando vi è un cancro della prostata, ma anche in presenze di prostatite o di IPB. Nella maggior parte dei casi, il riscontro di valori elevati di PSA è occasionale, nel corso di indagini di laboratorio prescritte dal medico di famiglia. Questo riscontro non deve allarmare ma non deve neppure essere trascurato. Anche se non vi sono sintomi, l'indagine va ripetuta e, se il valore risultasse nuovamente elevato va chiesta la consulenza di un urologo.

 

Si può utilizzare il PSA per distinguere con sicurezza assoluta il tumore prostatico dalle altre due malattie? La risposta è no! Il PSA non è un marcatore di cancro della prostata sicuro al 100% ma, se usato in combinazioni varie, fa aumentare di molto la probabilità di scoprire il tumore prostatico. La soglia oltre la quale ci si deve allarmare è oggi fissata per valori di PSA totale superiori a 4 ng/mL (tabella 1).

 

Tabella 1. Valori di PSA e rischio di cancro prostatico.

Valore di PSA totale (ng x mL) Classificazione del rischio
0.1-3.9 Basso
4.0-10 Aumentato
Maggiore 10 Molto Aumentato

PSA velocity

Per aumentare la capacità del PSA di predire precocemente un tumore si usano vari sistemi. Uno di questi è fare il rapporto fra valore di PSA libero e valore del PSA totale. L'altro sistema è seguire nel corso degli anni l'incremento del PSA, una procedura nota come PSA velocity. Un PSA che aumenta rapidamente nel tempo fa lievitare molto la probabilità che ci si trovi di fronte ad un tumore e non ad una malattia benigna. Un incremento annuo del PSA maggiore del 20% o anche maggiore di 0.75 ng/mL è da considerarsi molto sospetto. Se il PSA di un soggetto sale da 3.8 a 5.7 nell'arco di 1 anno (+50%) il rischio che si tratti di un carcinoma è assai maggiore rispetto se lo stesso incremento si osserva nell'arco di 5 anni.

Rapporto fra PSA-l/PSA-t

Più le concentrazioni di PSA libero sono basse nel sangue (a parità di PSA totale), più aumenta il rischio di cancro. Se per esempio il PSA libero è pari a 0.55 ed il PSA totale è pari a 5.2 il rapporto fra questi due numeri è pari a 0.55/5.2=0.10. Secondo numerosi studi, un rapporto fra PSA-l e PSA-t minore o uguale 0.10 comporta un elevato rischio di neoplasia (tabella 2).

 

Tabella 2. Rapporto fra PSA libero e PSA totale e cancro della prostata in varie fasce di età.
Rapporto PSA-l/PSA-t Età del Soggetto
50-59 anni  60-69 anni Maggiore 70 anni
Minore o uguale 0.10 49,2% 57,5% 64,5%
Fra 0,11 e 0,18 26,9% 33,9% 40,8%
Fra 0,19 e 0,25 18,3% 23,9% 29,7%
Maggiore di 0,25 9,1% 12,2% 15,8%
 Fonte: Mayo Clinic. Consultabile al sito http://www.mayomedicallaboratories.com/test-catalog/Clinical+and+Interpretive/81944

 

Questa tabella, che mette in relazione il rapporto fra PSA-libero e PSA-totale (PSA-l/PSA-t), ci dice che un soggetto di età compresa fra 50 e 59 anni, con un rapporto PSA-l/PSA-t pari a 0.16 (seconda riga della tabella), ha una probabilità pari al 26.9% che gli venga diagnosticato un cancro della prostata. In altre parole, su 100 pazienti di questa fascia di età e con un rapporto PSA-l/PSA-t pari a 0.16, 26.9 si vedranno diagnosticare un tumore quando sottoposti alla successiva biopsia prostatica. La biopsia della prostata costituisce l'indagine definitiva per confermare il sospetto di cancro prostatico. Il rischio di cancro della prostata aumenta ulteriormente se, oltre ad un rapporto PSA-l/PSA-t sfavorevole, anche l'esplorazione rettale e l'ecografia trans-rettale della prostata sono sospette.

 

In conclusione, Il PSA è un marker di tumore prostatico molto importante ma non esclusivo. Pertanto va utilizzato in un quadro generale, insieme alla palpazione rettale della prostata, all'ecografia trans-rettale ed al giudizio complessivo dell'urologo.

 

A chi rivolgersi?

Urologo

La lettura dell'articolo non sostituisce il parere del medico

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