Nel 90% di tutte le prostatiti croniche non è possibile individuare alcun patogeno ne nelle urine ne nel secreto prostatico. Questa forma di prostatite, precedentemente classificata come prostatodinia, nella attuale classificazione corrisponde al tipo III ed include due sottotipi, entrambi caratterizzati da dolore pelvico cronico (tabella): uno con spiccata componente infiammatoria, detta sindrome da dolore pelvico cronico infiammatorio (tipo IIIA) ed una senza componente infiammatoria e perciò detta sindrome da dolore pelvico cronico non infiammatorio (tipo IIIB). Nonostante la elevata frequenza nel soggetto di mezza età, queste due forme di prostatite rimangono un vero rompicapo sia diagnostico che terapeutico.
Tabella. Classificazione delle prostatiti secondo i National Institutes of Health.
Nome | Tipo | Descrizione |
Prostatite batterica acuta | I | Infezione acuta della prostata |
Prostatite batterica cronica | II | Infezione cronica della prostata con uretriti ricorrenti |
Prostatite non batterica cronica (già prostatodinia) | III | Dolore pelvico con sintomi sessuali o attinenti alla minzione senza possibilità di dimostrare un’infezione |
Sindrome da dolore pelvico cronico infiammatorio | IIIA | Elevato numero di leucociti (>10 pcr) nello sperma o nell’urina emessa al termine della minzione |
Sindrome da dolore pelvico cronico non infiammatorio | IIIB | Basso numero di leucociti (<10 pcr) nello sperma o nell’urina emessa al termine della minzione |
Prostatite infiammatoria asintomatica | IV | Assenza di sintomi (dolore, bruciore alla minzione) in presenza di segni di infiammazione sia nello sperma che nell’urina terminale |
Sintomi
I sintomi della prostatite non batterica, sia essa la sindrome da dolore pelvico cronico infiammatorio che la sindrome da dolore pelvico cronico non infiammatorio, sono differenti rispetto a quelli presenti nella prostatite batterica cronica. Il sintomo principale è caratterizzato da dolore pelvico di origine ignota persistente da almeno 6 mesi. Il dolore può essere più o meno intenso, da lieve a debilitante, e solitamente si irradia ai glutei. Molti pazienti riferiscono "peso sovrapubico" o "in basso", senza essere in grado di specificare ulteriormente. Sono anche presenti disturbi della minzione (bruciore e difficoltà ad urinare). In molti casi è riferito anche bruciore uretrale, un sintomo peculiare non associato alla minzione. Alcuni pazienti riferiscono anche eiaculazione dolorosa, probabilmente causata dallo spasmo della prostata durante l'emissione dello sperma. Alcuni dei sintomi descritti sono comuni all'ipertrofia prostatica benigna, ma non l'eiaculazione dolorosa, che quindi diventa un criterio distintivo fra prostatite ed ipertrofia prostatica. Possono anche essere presenti calo del desiderio sessuale e disfunzione erettile.
Le cause
Allo stato attuale le cause sono ignote, anche se vi sono almeno due teorie degne di attenzione: l'infiammazione neurogena e la sindrome del dolore miofasciale. Si tratta di ipotesi simili a quelle che cercano di spiegare la fibromialgia, ovvero una contrazione inconscia ed eccessiva della muscolatura pelvica che causa infiammazione dei tessuti adiacenti.
Diagnosi
La diagnosi di prostatite cronica non batterica avviene per esclusione: se non è presente un'infezione batterica prostatica dimostrabile nelle urine e nel liquido seminale, se il paziente non presenta ipertrofia prostatica e se non vi sono altri disturbi del pavimento pelvico, si arriva alla diagnosi di sindrome da dolore pelvico cronico.
Rimane solo da definire se si tratta di una forma infiammatoria (tipo IIIA) o non infiammatoria (tipo IIIB). Nel primo caso sia le urine che il liquido seminale contengono leucociti, mentre nel secondo caso i leucociti sono assenti. Tuttavia, se invece dei leucociti si dosano con opportune metodiche alcune sostanze infiammatorie nel liquido seminale, si evidenzia che esse sono presenti in entrambi i sottotipi. E quindi probabile che nei prossimi anni questa distinzione (infiammatoria e non infiammatoria) scomparirà.
Trattamento
Non esiste un trattamento codificato. Il paziente con diagnosi di prostatite cronica non batterica dovrebbe astenersi dall'assunzione di cibi speziati e irritanti, dall'eccessivo consumo di caffeina e sostanze eccitanti. Un'attività sessuale regolare può essere di beneficio. In molti soggetti, la posizione seduta protratta o l'esecuzione di lavori pesanti eseguiti in posizioni che gravano sulla zona pubica, peggiora o scatena i sintomi.
Se l'ecografia trans-rettale ha evidenziato calcoli di dimensioni importanti nella prostata (calcolosi prostatica), questi andrebbero rimossi. La terapia antibiotica, nonostante l'assenza di batteri, ha dato in alcuni studi buoni risultati, ma solo nel breve periodo. Anche i rilassanti muscolari e gli alfa-bloccanti (alfuzosina, tamsulosina e prazosina) utilizzati per trattare l'ipertrofia prostatica benigna hanno dato risultati discreti ma non definitivi. Buoni risultati sono stati ottenuti con l'uso della mepartricina.
Alcuni pazienti traggono beneficio da un ciclo di termoterapia detta TUMT (Trans Urethral Microwave Thermoterapy). La metodica prevede l'uso di una sonda fatta risalire lungo l'uretra fino alla prostata, dove rilascia una certa dose di microonde che riscaldano il tessuto prostatico.
A chi rivolgersi?
Urologo
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